La Cina ha rivendicato nientepopodimeno che l'Opera Lirica: lo ha rivelato lo stesso consigliere giuridico del ministero dell'Agricoltura Pier Luigi Petrillo in un convegno a Napoli organizzato per sostenere la candidatura della pizza napoletana come patrimonio immateriale dell'Umanità.
Ma da Oltreoceano arrivano voci un po' allarmanti: cioé gli Stati Uniti potrebbero subentrare all'Italia candidando la loro pizza, ossia la New York Style che ha origini nelle pizzerie aperte alla fine dell'800 da emigranti napoletani e siciliani.
Insomma, oltre ai danni anche la beffa: se state negli Usa qualcuno vi può chiedere come si traduce la parola pizza in italiano e le grandi catene mondiali sono tutte qui. Ma che anche la pziza artigianale possa diventare appannaggio americano forse diventa un po' troppo, sopratutto in un momento in cui la pizza napoletana sta conoscendo uno sviluppo inimmaginabile dal Giappone alla Cina, da Dubai agli Usa, da Mosca a Londra e Parigi.
Siamo alle solite? In Italia decide sempre il campanile che fa più rumore?
Lo sapremo il 4 marzo, quando l'Italia dovrà nuovamente ridefinire la candidatura della pizza napoletana.
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